La zona del Rifugio
Gherardi, in alta Valle Taleggio, offre una serie di interessanti itinerari scialpinistici
invernali. L'esposizione è prevalentemente a sud e quindi molto soleggiata. La relativa
distanza dalle cime più alte delle Orobie rende il paesaggio particolarmente
panoramico.
Foto 1
(dicembre 1997)- Il Resegone (itinerario 2) visto dalla zona
dell'Aralalta.
Itinerari classici portano con gli sci in vetta al Monte Aralalta, al Monte
Sodadura, alla Cima di Piazzo passando per il Rifugio Gazzaniga e la piana di Artavaggio.
Volendo è anche possibile scendere nella meno soleggiata Valle Raisere, dove la
neve permane più a lungo in buone condizioni. L'itinerario ad anello che propongo è la
salita al Monte Aralalta.
Da Bergamo seguire la Valle
Brembana sino al paese di San Giovanni Bianco, poi a sinistra lungo gli orridi della Valle
Taleggio seguendo le indicazioni per Pizzino (m. 930). Ad una centinaio di metri dal centro
abitato prendere a destra una stradina con indicazione Rifugio Gherardi.
Salire sino a dove le condizioni della strada lo consentono. Solitamente si
riescono a guadagnare circa 200 m di quota, ma a volte si può giungere sino
quasi al termine della strada, in corrispondenza del pianoro a circa 1350 m di
quota dove, sulla sinistra, è indicata la partenza del sentiero estivo che
porta al Rifugio Gherardi. La zona è caratterizzata dalla presenza di
numerose stalle con il caratteristico tetto in pietra (mi correggo: tempo fa
erano in pietra, ora sono un mix di coppi, ardesie e tegole in cemento).
Foto 2
(gennaio 1999) - Il tratto
pianeggiante che dalla baita Regadur porta alla cima del Monte Aralalta.
Il primo tratto di
itinerario raggiunge il Rifugio Gherardi (m. 1600), situato al centro di un
vasto pianoro. A seconda delle condizioni di innevamento, esso può essere raggiunto
seguendo le tracce del sentiero estivo che parte dalla zona pianeggiante, oppure
risalendo il terreno libero che si
incontra a sinistra a circa 1150 m di quota (a destra della strada si trova
una stalla non ristrutturata). Nel caso di scarso innevamento conviene
invece proseguire lungo la strada carrozzabile sino al termine della stessa (circa
200 m dall'inizio del sentiero estivo) ed imboccare, sempre sulla sinistra, un largo sentiero che, in direzione nord
ovest, consente di raggiungere il Rifugio risalendo un pendio esposto ad est
dove la neve rimane più a lungo.
Foto 3
(febbraio 1984) - L'ultimo
tratto di leggera salita verso la vetta. La discesa si svolge lungo il pendio a destra
della vetta.
Dal Rifugio Gherardi
proseguire in direzione nord ovest sino al Rifugio Battisti. Poi risalire, in direzione
nord, il ripido costone ricoperto di pini mughi sino alla sua sommità. Piegare a
destra
e, dopo un breve tratto in discesa, raggiungere la Bocchetta del Regadur e la
caratteristica baita con il tetto a punta. Volendo si può risalire direttamente il
costone che dal Rifugio Battisti raggiunge la Bocchetta. Si risparmiano 10 minuti ed una
ventina di metri di dislivello, in compenso si attraversano un paio di canalini che, in
condizioni di neve difficili, potrebbero dare qualche problema. Dalla baita si prosegue in
direzione nord est in direzione della Cima, che si raggiunge dopo circa 1000 metri di
percorso quasi pianeggiante. Prestare attenzione, subito dopo la Bocchetta, al superamento
di un piccolo sperone roccioso. A seconda dell'innevamento valutare se passare a sinistra
dello sperone (a nord) oppure a destra (a sud).
Foto
4 (gennaio 2002) - La cima dell'Aralalta, ben visibile dietro la
baita, è stata raggiunta percorrendo in salita il versante sud - est.
La baita fotografata è posta a circa 1750 metri di quota.
La discesa si svolge lungo
il versante sud est. Scendere dalla vetta piegando leggermente a sinistra, in modo da
raggiungere la baita Baciamorti (m. 1433) visibile sin dall'inizio della discesa. La neve
è di solito trasformata, anche ad inizio stagione, e quindi il divertimento assicurato.
Dalla baita, in direzione ovest, si individua un sentiero pianeggiante che, dopo qualche
saliscendi (può essere conveniente rimettere le pelli), riporta alla piana di Quindicina.
La salita alla
cima può essere fatta anche percorrendo in salita l'itinerario ora descritto
per la discesa. In tal caso la gita risulta complessivamente più breve e meno
impegnativa.
Foto 5 (gennaio
2002) - La foto è stata scattata dalla vetta. Si osservano il Passo
di Baciamorti, al centro il Monte Venturosa (m. 1999) ed a destra il Monte
Cancervo (m. 1791).