Scialpinismo nelle Orobie


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Itinerario 3 - MONTE ARALALTA m 2006

Località partenza: Quindicina, m 1300
Dislivello: circa 700 m
Tempo di salita: 3 ore
Esposizione: Sud Est, poi Sud
Periodo: Dicembre - Febbraio

La zona del Rifugio Gherardi, in alta Valle Taleggio, offre una serie di interessanti itinerari scialpinistici invernali. L'esposizione è prevalentemente a sud e quindi molto soleggiata. La relativa distanza dalle cime più alte delle Orobie rende il paesaggio particolarmente panoramico.

Foto 1 (dicembre 1997)- Il Resegone (itinerario 2) visto dalla zona dell'Aralalta.

Itinerari classici portano con gli sci in vetta al Monte Aralalta, al Monte Sodadura, alla Cima di Piazzo passando per il Rifugio Gazzaniga e la piana di Artavaggio. Volendo è anche possibile  scendere nella meno soleggiata Valle Raisere, dove la neve permane più a lungo in buone condizioni. L'itinerario ad anello che propongo è la salita al Monte Aralalta.

Vedi altre foto dell'itinerario

Da Bergamo seguire la Valle Brembana sino al paese di San Giovanni Bianco, poi a sinistra lungo gli orridi della Valle Taleggio seguendo le indicazioni per Pizzino (m. 930). Ad una centinaio di metri dal centro abitato prendere a destra una stradina con indicazione Rifugio Gherardi. Salire sino a dove le condizioni della strada lo consentono. Solitamente si riescono a guadagnare circa 200 m di quota, ma a volte si può giungere sino quasi al termine della strada, in corrispondenza del pianoro a circa 1350 m di quota dove, sulla sinistra, è indicata la partenza del sentiero estivo che porta al Rifugio Gherardi. La zona è caratterizzata dalla presenza di numerose stalle con il caratteristico tetto in pietra (mi correggo: tempo fa erano in pietra, ora sono un mix di coppi, ardesie e tegole in cemento).

Foto 2 (gennaio 1999) - Il tratto pianeggiante che dalla baita Regadur porta alla cima del Monte Aralalta.

Il primo tratto di itinerario raggiunge il Rifugio Gherardi (m. 1600), situato al centro di un vasto pianoro. A seconda delle condizioni di innevamento, esso può essere raggiunto seguendo le tracce del sentiero estivo che parte dalla zona pianeggiante, oppure risalendo il terreno libero che si incontra a sinistra a circa 1150 m di quota (a destra della strada si trova una stalla  non ristrutturata). Nel caso di scarso innevamento conviene invece proseguire lungo la strada carrozzabile sino al termine della stessa (circa 200 m dall'inizio del sentiero estivo) ed imboccare, sempre sulla sinistra, un largo sentiero che, in direzione nord ovest, consente di raggiungere il Rifugio risalendo un pendio esposto ad est dove la neve rimane più a lungo.

Foto 3 (febbraio 1984) - L'ultimo tratto di leggera salita verso la vetta. La discesa si svolge lungo il pendio a destra della vetta.

Dal Rifugio Gherardi proseguire in direzione nord ovest sino al Rifugio Battisti. Poi risalire, in direzione nord, il ripido costone ricoperto di pini mughi sino alla sua sommità. Piegare a destra e, dopo un breve tratto in discesa, raggiungere la Bocchetta del Regadur e la caratteristica baita con il tetto a punta. Volendo si può risalire direttamente il costone che dal Rifugio Battisti raggiunge la Bocchetta. Si risparmiano 10 minuti ed una ventina di metri di dislivello, in compenso si attraversano un paio di canalini che, in condizioni di neve difficili, potrebbero dare qualche problema. Dalla baita si prosegue in direzione nord est in direzione della Cima, che si raggiunge dopo circa 1000 metri di percorso quasi pianeggiante. Prestare attenzione, subito dopo la Bocchetta, al superamento di un piccolo sperone roccioso. A seconda dell'innevamento valutare se passare a sinistra dello sperone (a nord) oppure a destra (a sud).

Foto 4 (gennaio 2002) - La cima dell'Aralalta, ben visibile dietro la baita, è stata raggiunta percorrendo in salita il versante sud - est. La baita fotografata è posta a circa 1750 metri di quota.

La discesa si svolge lungo il versante sud est. Scendere dalla vetta piegando leggermente a sinistra, in modo da raggiungere la baita Baciamorti (m. 1433) visibile sin dall'inizio della discesa. La neve è di solito trasformata, anche ad inizio stagione, e quindi il divertimento assicurato. Dalla baita, in direzione ovest, si individua un sentiero pianeggiante che, dopo qualche saliscendi (può essere conveniente rimettere le pelli), riporta alla piana di Quindicina.

La salita alla cima può essere fatta anche percorrendo in salita l'itinerario ora descritto per la discesa. In tal caso la gita risulta complessivamente più breve e meno impegnativa.

Foto 5 (gennaio 2002) - La foto è stata scattata dalla vetta. Si osservano il Passo di Baciamorti, al centro il Monte Venturosa (m. 1999) ed a destra il Monte Cancervo (m. 1791).

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