La stazione
sciistica dei Piani di Artavaggio, nota e frequentata sin dagli anni '20, dopo
la chiusura della cabinovia che sale da Moggio si è di recente aggiunta alle
ormai numerose località bergamasche che hanno dovuto chiudere gli impianti. I
Piani di Artavaggio sono facilmente raggiungibili percorrendo una strada forestale che parte a circa 1 km dal Culmine di San Pietro, dal
versante lecchese. Nel periodo invernale tale strada è solitamente battuta
dal gatto delle nevi ed è abbastanza frequentata.
L'itinerario
che propongo, con partenza da Pizzino, sfrutta nel primo tratto un strada
forestale di recente realizzazione che, partendo poco sopra l'abitato, si
inoltra nella valle che scende dal Monte Sodadura. La gita è nel complesso
poco sciistica, decisamente escursionistica
nella sua prima parte, consigliabile anche con le
racchette da neve. Sicuramente non adatta a chi
predilige i ripidi pendii, è invece indicata per chi ama muoversi in
solitudine a quote medio -
basse, in silenziosi boschi di faggio, in particolare subito dopo una
nevicata invernale.
Foto
1 (Febbraio 2005) - Il tratto pianeggiante subito dopo la partenza.
Salire la Val
Taleggio sino a Sottochiesa e seguire poi per Pizzino (m.930). Poco prima del
centro del paese prendere a destra la ripida strada con indicazioni Foppacava -
Rifugio Gherardi. Proseguire per circa 1.5 Km, percorrendo 4 tornanti sino
a quando, a quota 1050 m circa, subito dopo una curva verso destra, si
incontra a sinistra l'inizio di una stradina pianeggiante.
Seguire questa
strada che, in direzione nord ovest, alternando tratti pianeggianti a brevi
salite, raggiunge dopo circa 20 minuti una radura (m. 1150) al termine della
quale si trova una sbarra ed una palina con indicazioni "Scannagallo -
Artavaggio". In questo tratto la strada passa appena sopra la caratteristica
frazione di Fraggio, meritevole di una visita nella stagione estiva.
Oltrepassata la sbarra, prendere la strada a sinistra, in leggera discesa.
Seguire la strada ancora per circa 10 minuti sino ad arrivare ad un altro
bivio (m. 1200). Prendere ancora a sinistra in leggera discesa arrivando dopo
pochi metri alla valle. A questo punto la strada "carrozzabile"
termina e lascia il posto ad un largo sentiero che sale tra bosco rado
puntando in direzione del monte Sodadura (nord).
Foto
2 (Febbraio 2005) - Poco prima della radura a quota 1150.
Arrivati a quota
1280 circa, dopo una radura, il sentiero giunge ad un bivio; tenere la destra
e proseguire in direzione di una baita con tetto in lamiera che si scorge poco
più in alto. Raggiunta e superata questa baita, proseguire ancora sino ad
incontrare un riparo per il bestiame (m. 1400 circa). A questo punto sono
visibili i vecchi impianti sciistici di Artavaggio.
Proseguire ora
per bosco sempre più rado e successivamente per prati aperti, in direzione
nord ovest, puntando all'ormai visibile "Albergo sciatori". Lasciarsi a
sinistra l'albergo e proseguire verso nord raggiungendo il Rifugio Nicola. In
questo tratto si incontra la pista che sale dal Culmine di San Pietro. Da
qui è ora ben visibile la Cima di Piazzo (è possibile salire anche sul più
vicino monte Sodadura). Proseguire in direzione della cima,
lasciando alla propria sinistra il Rifugio Cazzaniga (m. 1889).
Foto
3 (Febbraio 2005) - Nei prati a quota 1500 circa.
Dopo un breve
tratto pianeggiante, si supera un breve e ripido canalino ed in breve si
raggiunge la vetta (attenzione ad un paio di "buche" che di solito
si formano in prossimità della stessa).
La discesa può
avvenire lungo lo stesso itinerario. In alternativa è possibile, giunti nei
pressi del Rifugio Nicola, attraversare con attenzione il versante nord del
Monte Sodadura e scendere verso il Rifugio Gherardi (vedi itinerario n.13). Questa
variante è probabilmente più sciistica rispetto al percorso di salita.
Foto
4 (febbraio 2005) - Il primo tratto di salita verso la cima. Sullo sfondo il
Rifugio Nicola (a sinistra) ed il Rifugio Cazzaniga (a destra)