La salita al
Pizzo dei Tre Confini è uno tra i più classici ed entusiasmanti itinerari
scialpinistici delle Orobie, almeno tra quelli da me conosciuti. La lunghezza
(circa 10 km) ed il dislivello ne fanno un
percorso faticoso ma, data la sua bellezza, di solito
abbastanza frequentato.
Foto
1 (aprile 1994) - Il tratto iniziale pianeggiante dell'itinerario.Sulla destra
i pendii del Monte Sasna dai quali si staccano enormi valanghe.
Bisogna prestare particolare attenzione al breve tratto finale in cresta
(ramponi) nonché nel percorrere tutto il tratto iniziale dell'itinerario. E'
qui infatti che si possono incontrare le insidie maggiori.
Nella piana iniziale si
scaricano delle enormi valanghe che, dopo abbondanti nevicate, scendono dai pendii sulla
destra. Al termine del tratto pianeggiante si supera un salto e ci si immette
in una valle molto stretta: in tutto questo tratto è possibile trovare delle
lastre di ghiaccio.
Percorrere la Valle
Seriana in direzione di Valbondione. Prendere poi a destra per Lizzola.
Oltrepassare il paese sino a giungere alla partenza degli impianti di
risalita.
Raggiunte le ultime case del paese, imboccare in direzione est la valle del Bondione e percorrere il
lungo tratto pianeggiante oltrepassando le Stalle del Tuf. Mantenendosi sulla
destra, superare con attenzione il primo ripido salto che si incontra, poi
proseguire lungo la stretta valle rimanendo sempre sulla destra della stessa.
Giunti a quota 1750 circa, la valle si allarga e si chiude in direzione est.
Piegare a destra, in direzione sud, e risalire un ripido pendio al termine del
quale si giunge ad una conca dove si incontra la Baita di Sasna (m. 1961).
Foto
2 (aprile 1996) - Superato il primo salto si prosegue lungo la stretta valle.
Proseguire ora
facilmente in direzione nord - est, seguendo una valletta poco marcata e guadagnando circa 200
metri di
quota. La meta è ora ben visibile, ma ancora molto lontana. Continuare in leggera salita piegando
leggermente a sinistra, in direzione
nord, in modo da attraversare la conca e portarsi sulla sinistra della valle. In
caso di cattiva visibilità questo tratto può risultare pericoloso per la
mancanza di punti di riferimento.
Continuare in
direzione nord est, portandosi alla base del ripido
e caratteristico pendio triangolare, esposto a sud, che porta alla cima.
Foto
3 (aprile 1996) - Il tratto intermedio dell'itinerario, dalla Baita di Sasna a
quota 2400 m circa
Con
una serie di diagonali risalire il pendio sino quasi alla sommità dello
stesso, dove di solito si
lasciano gli sci. Salire a sinistra, portandosi sul versante ovest della
montagna
e, con attenzione, percorrere il tratto finale di cresta che porta alla Vetta.
La discesa si
svolge per lo stesso itinerario.