L'itinerario
proposto è particolarmente interessante, più che per la parte sciistica, per la varietà
dell'ambiente attraversato e per i bellissimi panorami. Nonostante il
dislivello modesto, il notevole sviluppo lo rende abbastanza lungo e faticoso. La zona è quella dell'alta Valle Taleggio e dei
piani di Artavaggio, già descritta in parte nell'itinerario numero 3 relativo
al Monte Aralalta. I piani di Artavaggio sono raggiungibili con impianti
sciistici dal paese di Moggio, in Valsassina.
Foto
1 (gennaio 2000) - Salendo verso il Rifugio Gherardi da Quindicina si
incontrato alcune stalle con il caratteristico tetto in pietra.
La prima parte
dell'itinerario, sino in prossimità della Bocchetta del Regadur, è uguale a
quella descritta per l'itinerario n.3
(Monte Aralalta), al quale pertanto rimando per una descrizione dettagliata.
Oltrepassati i
Rifugi Gherardi e Battisti, e giunti alla sommità del caratteristico pendio ricoperto
di pini mughi, anziché piegare a destra e raggiungere la Bocchetta (m
1853), piegare a sinistra, in direzione del Monte Sodadura (Ovest). Dopo aver
percorso qualche centinaio di metri in leggera discesa, si giunge così al
passo di Sodadura (1867 m). La prima parte della discesa si svolge su un ampio
crinale, la cui percorrenza è di solito abbastanza agevole. E'
possibile anche evitare questo tratto scendendo sino alla Bocchetta e
successivamente aggirare la cima tagliando il versante nord della stessa, facendo
ovviamente molta attenzione alle condizioni della neve.
Dal Passo di
Sodadura è ben visibile il tratto finale della salita. Continuare prima in
direzione ovest, attraversando con attenzione il versante nord del Monte
Sodadura. Giunti in prossimità del Rifugio Cazzaniga (m 1889), piegare a nord
verso la Cima di Piazzo. Superato un canale iniziale abbastanza ripido
raggiungere la vetta con evidente e facile itinerario.
Foto
2 (gennaio 2000) - salendo verso il Rifugio Gherardi
La discesa può essere effettuata lungo
lo stesso itinerario di salita. Tuttavia, neve permettendo, è consigliabile, giunti al
passo di Sodadura, raggiungere il Rifugio Battisti e successivamente il vicino
Rifugio Gherardi, seguendo grosso modo il percorso del sentiero estivo che
scende a sud est del Passo.
Dal Passo
scendere pertanto in tale direzione, mantenendosi un po' a sinistra. Il prima
tratto della discesa non presenta alcuna difficoltà. Il
tratto finale, quando ormai si è giunti in vista del Rifugio Battisti,
richiede l'attraversamento di un paio di vallette. In questa zona, in caso di
mancanza di tracce, si potrebbe avere
qualche problema di orientamento. Per
raggiungere il Rifugio Battisti è infine necessario rimettere le pelli per
riguadagnare qualche decina di metri di quota.
Foto
3 (gennaio 2001) - Il tratto finale della salita alla Cima di Piazzo visto dal
Passo di Sodadura.
Questa variante
di discesa può ovviamente essere utilizzata anche per la salita. L'itinerario
si accorcia leggermente e forse diventa un po' meno appagante dal punto di
vista paesaggistico.
Volendo
allungare la gita è possibile, dal Passo di Sodadura, raggiungere la cima del
monte Sodadura (m 2010). I 150 metri di dislivello si sviluppano lungo un
pendio molto ripido e non sempre può essere consigliabile raggiungere la cima
con gli sci. La discesa dalla vetta, in caso di neve ghiacciata, potrebbe
anche non risultare del tutto agevole.
Foto
4 (luglio 2001) - Un'immagine estiva del tratto che dal passo di Sodadura
scende verso il Rifugio Gherardi.